In questo adattamento contemporaneo dell’Opera da tre soldi di Brecht, Wilson dimostra ancora una volta le sue capacità artistiche e immaginarie. Ci troviamo di fronte a un testo che sembra non essere mai morto e adattabile ai nostri tempi. Si rivela ancora una volta un testo “didattico”, il cui insegnamento non ha ancora smesso di vivere.
Stilizzazione visiva, geometria essenziale, gestione delle luci e delle atmosfere impeccabile convivono con l’atmosfera neoclassica del Berliner Ensemble, lo stesso che 86 anni prima lo vide in scena per la prima volta. Tubi al neon si accendono e si spengono creando un ritmo scenico serrato. La conoscenza a 360° del cinema muto da parte di Wilson è percepibile durante tutto lo spettacolo: gesti e mimica facciale sono curati nel minimo dettaglio.
Il trucco degli attori, le atmosfere dark, grottesche e fumose richiamano i lavori di George Grosz, Otto Dix e di tutta l’avanguardia espressionista.
Gli attori della compagnia del Berliner Ensemble (compagnia stabile fondata dallo stesso Brecht nel 1949 quando tornò a Berlino Est) interpretano in modo magistrale un’opera che appartiene alla loro storia e cultura. L’orchestra fa rivivere le musiche di Kurt Weill in modo magistrale.
Come in ogni suo lavoro, Wilson ci regala immagini, parole, silenzi e ci lascia liberi di interpretarli senza imporci un unico punto di vista.
“Si fa solo la regia di parole scritte, mentre io rivendico l’importanza di ciò che si vede, pari a quella di ciò che si sente. Come nella vita.” Robert Wilson