progetto Mamma Roma: Esercizi di ammirazione [Ginevra Ghiaroni]

19 VII 2015

progetto Mamma Roma      ESPLORAZIONE URBANA – PRATICHE DELLA PERCEZIONE –

ESERCIZI DI AMMIRAZIONE

seminario a cura di Valerio Sirna (DOM)

C’è afa e la sete permane.

Vedo in lontananza il gruppo con cui si affronterà l’esplorazione; più mi avvicino e meno il caldo si fa sentire, oltrepassato il cancello ci ritroviamo assieme, un po’ sparsi in verità, ma l’aria è fresca nella grande ombra del Teatro India.

I corpi con i loro sguardi iniziano ad agiarsi al sentire della condivisione.

Partiamo.

Ci aspettano 5 ore di camminata eppure

non voglio dire delle aspettative perché siamo nei nostri piedi.

La concentrazione si ripone lì dove il peso giace e là dove le dita ancora non arrivano e ancora altrove dove le orecchie fanno fatica qualvolta ad agguantare. Come branco ci siam sentiti un apparato dei luoghi da scoprire, le ginocchia sussurrano.. sembrano poli uditivi e oculari, emanano pensieri terreni.

In cerimonia ci approssimiamo al rudere di una fabbrica: ricorda un fiume tracimante, la vegetazione esonda da questa basilica laica in riva a Roma.

Si addentrano educatamente i miei compagni, guidati dalla fascinazione evocata, creando involontariamente una curiosa geometria: in bocca all’uscio un estintore e una donna rinfresca l’amica con dell’acqua; travi restie a un incendio, le cui schegge permettono a una corda controcorrente di immergersi nel verde.

C’è chi è in ginocchio, chi ad occhi chiusi, chi tocca le macerie aguzze, non ci si preoccupa di dare le spalle all’altare. Sono assuefatta da questa trasgressiva bellezza.

Nei pressi di un altro rudere sorge una meridiana, ci guida su una colata di cemento affatto innocente. Incontriamo un igloo, una consueta grigliata rom vicino al Tevere, un salotto, una pioggia di locali notturni. Sempre lì di spalle al Tevere.

Zone con alto contenuto di faglie e immersioni a caduta libera.

Proseguiamo la camminata: siamo il ponte sopra un ponte, la combinazione di peso è sottile tanto da credere che sia la nostra specificità a determinare l’equilibrio della struttura. Tutto è un dono. La salita, il cancello, la rete metallica lacerata, la fontana.

I nostri passi ci portano in una zona di sosta, un parcheggio sotterraneo. Riposiamo per una volta con le macchine. Lentamente, raccolti intorno alla cozzaglia luminescente, guardiamo le nostre concavità:

qui metallo,

con fare palmato

mi accovaccio tra le tue spire e vi aderisco.

Respiro,

inspiro

espiro

espio, questo intrinseco movimento di superfici spoglie.

(Sfalsato pensiero, ti avviluppi come un nodo di giunzione. Mi catapulti la percezione sul tuo ultimo groviglio. Sul precipizio mi fai vedere le pause e gli arresti: i campi chiusi e le zone di volo. Ti adoro, groviglio possibile, sei come la Reggia di Versailles).

Ginevra Ghiaroni

LINK UTILI:

progettomammaroma.com    __e__   casadom.org

DOM- fondato da Leonardo Delogu e Valerio Sirna, è un progetto artistico che indaga la relazione tra corpo e paesaggio.

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