24 h di spettacolo per la nuova messinscena di Jan Fabre. Per chi si lamenta delle opere Wagneriane, consiglio 24h di Fabre, che non sono da meno, anzi..
24h di glorificazione della tragedia greca, ma non solo, di tutta l’intera mitologia. Il mito greco è rappresentato in tutte le sue sfaccettature: dalla lussuria di Dioniso e delle Baccanti alla vendetta di Medea. Il tutto ben servito come esattamente potevamo aspettarci da Fabre, luce, colore, suono, danza, musica, pittura…
Una sorta di catarsi per lo spettatore. Una sorta di 24h di connessione tra gli individui, dice Fabre: ” le opere d’arte, gli spettacoli, le mostre, sono intrattenimento per il pubblico che dura poco. Così ho pensato che forse, 24h di spettacolo sarebbero bastati per creare una sorta di catarsi!”
Come può il pubblico permanere per 24h in un teatro? Al teatro Argentina di Roma, dove ha debuttato lo scorso Ottobre, sono state predisposte persino delle tende esterne al teatro per gli spettatori. Il pubblico poteva liberamente entrare ed uscire dal teatro, mangiare o dormire. E gli attori/performer? Fabre ha pensato anche a loro, una stanza camerino con tanto di letti per riposare e cibo a sufficienza per 24h.
Per Mount Olympus, Fabre ha portato sul palco quattro generazioni di performer, dai 40-50enni fino ai più giovani appena ventenni. Oltre cinquanta, invece le innumerevoli maestranze tra tecnici e assistenti di palco.
Performer, attori, danzatori, musicisti o cantanti? Nello spettacolo si può trovare di tutto, difficile dare una connotazione classica allo spettacolo di Fabre, poiché è un mix di tante esperienze teatrali: da Pina Bausch a Lindsay Kemp, dal Living all’Odin Theatre.
Anche la scenografia e i costumi non seguono i classici canoni della tragedia greca, ma ne sono profondamente ispirati, metà tra il carnevale e ciò che tiravamo fuori dai cassetti delle nonne. La scena pare una “scena/non scena”, pare più un backstage attrezzato, privo di quinte tradizionali. Gli elementi scenici (per lo più oggettistica) son sparsi ovunque sul palcoscenico e presi a bordo palco dai performer. I costumi sono molto semplice drappi bianchi e culotte color carne sono la base, per poi giocare con svariati accessori tra elmi, spada, catene, corna, fogliame ecc.
Un’opera straordinaria, non facile da digerire per alcuni, ma pur sempre una grande sperimentazione contemporanea, una ricerca del moderno nel classico.