elaborazione drammaturgica, regia e interpretazione di Elena Bucci
a cura di Gaia Crespi
08.07.2019 Teatro Nuovo, Napoli
12.07.2019 Teatro Dante Alighieri, Ravenna

Elena Bucci – Nella lingua e nella spada
fotografia di Luca Concas
Elena Bucci è un’attrice, drammaturga e regista teatrale italiana, tra le più importanti protagoniste della scena contemporanea. Fondatrice, insieme a Marco Sgrosso, della compagnia teatrale Le Belle Bandiere. Torna nella rassegna teatrale del Ravenna Festival con un testo scritto, diretto ed interpretato da lei: “Nella lingua e nella spada” ispirato alla vita e alle opere di Oriana Fallaci e Alexandros Panagulis.
L’interpretazione della Bucci e le sue parole sono perfettamente in equilibrio con la musica grazie alla presenza in scena del percussionista Michele Rabbia e il clarinettista Paolo Ravaglia e alla drammaturgia musicale di Luigi Ceccarelli. L’improvvisazione dei musicisti crea sospensione e ritmo in accompagnamento all’espressività vocale dell’attrice.

Elena Bucci e Michele Rabbia – Nella lingua e nella spada
foto di Luca Concas
L’elaborazione drammaturgica di questo testo, da parte della Bucci, arriva da “Un Uomo” di Oriana Fallaci e dai versi del protagonista di quel celebre romanzo, Alexandros Panagulis.
Alexandros Panagulis era un poeta, un antifascista, un eroe greco. Nel 1968 venne incarcerato per il tentativo di attentato al dittatore Papadopulos. Passò diversi anni in carcere dove venne torturato e infine venne sentenziata la condanna a morte. Nel 1973 fu liberato per amnistia e grazie ad un movimento di opinione fortissimo che mobilitò democratici in tutta Europa. La celebre giornalista Oriana Fallaci andò ad intervistarlo e tra loro nacque un profondo rapporto di complicità, amicizia e successivamente d’amore. Nel 1976 Panagulis perse la vita in un incidente misterioso.
Elena Bucci non usa le parole della Fallaci, ma imposta il racconto con alternanza di memoria e poesia. In questo teatro di narrazione, dove il centro è la vita di Panagulis, la magnifica interpretazione della Bucci trasporta lo spettatore al giorno dell’attentato, al suo arresto, all’interno della piccola cella nella quale venne rinchiuso, al suo incontro con la Fallaci, alla volontà di agire e cambiare la situazione e infine alla sua morte.
La scena è sintetica ed essenziale. Al centro del palco un quadrato di luce delimita le azioni dell’attrice, l’unico elemento scenico sono delle cordicelle legate tra loro appese alla graticcia utilizzate per creare delle immagini, a supporto della narrazione. Avvolgendosele intorno e lasciando andare il corpo la Buzzi rievoca Panaculis stremato dalle torture, liberandole si aprono circoscrivendo il quadrato luminoso mostrando allo spettatore la cella della prigionia del poeta.

Paolo Ravagli, Elena Bucci e Michele Rabbia – Nella lingue e nella spada
foto di Patrizia Piccino
Un atto unico che per 80 minuti mi ha fatto essere un greco durante la dittatura, Panagulis stesso e la Fallaci. Una volta lasciato il teatro ciò che è rimasto è un insieme di emozioni e amarezza data dal coinvolgimento in uno spaccato di storia poco distante da noi e (forse) non ancora scomparso.
elaborazione drammaturgica, regia e interpretazione Elena Bucci
musica e live electronics Luigi Ceccarelli
con
Michele Rabbia percussioni
Paolo Ravaglia clarinetti
disegno luci Loredana Oddone
regia del suono Raffaele Bassetti, Andrea Veneri
consulenza drammaturgica Elettra Stamboulis
scene e costumi Nomadea, con l’aiuto di Marta Benini e Manuela Monti
assistenti all’allestimento Nicoletta Fabbri, Beatrice Moncada
produzione Ravenna Festival, Napoli Teatro Festival/ Fondazione Campania dei Festival e Compagnia Le belle bandiere
produzione musicale Edison Studio – Roma